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Lupi – sulla situazione in Italia e in Germania

Quanti sono i nostri lupi e da dove sono venuti?

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Lupi – sulla situazione in Italia e in Germania
di Sabine Middelhaufe

Lupo vs. cane domestico

Il conflitto era prevedibile in Germania dove andare regolarmente a passeggio o godere di altre forme di attività fisica nelle aree verdi ricreative intorno alle città è una pratica consueta che definisce la qualità della vita.
    Ma ormai in alcune regioni i camminatori e i „jogger“ che si portano dietro il cane di famiglia ed i proprietari di cani che quotidianamente escono col proprio quattro zampe nelle campagne alle periferie di città sono diventati via via più prudenti a causa delle notizie preoccupanti di incontri con lupi apparentemente sempre più frequenti.
     C'era, per esempio, la signora con i suoi due cani in giro nel bosco che si accorse di sette cuccioloni di lupi che le venivano incontro. Urlando la donna tentò di spaventare e far allontanare i lupi che invece la inseguirono fino alla macchina. Pur non avendo subìto ferite nè lei nè i suoi cani, i paramedici dovettero trattare la signora per un esaurimento nervoso.
   Un'altra vicenda di fine 2018: un signore era a passeggio col suo Setter irlandese quando il cane, a 10 metri di distanza dal padrone e al margine di una zona di rimboschimento, improvvisamente si trovò davanti tre lupi che lo attaccarono. Il padrone, usando un bastone, alla fine riuscì a difendere il suo cane, gravemente ferito, e a cacciare via i lupi.
     Particolarmente interessante è il caso dei due lupi che, sempre nel Nord della Germania, hanno inseguito un giovanotto in bici col suo cane al guinzaglio. E' interessante perché l'uomo aveva fatto (quasi) tutto come consigliato dagli esperti: era in giro in una area verde aperta al pubblico, cioè non in mezzo ai boschi o alle zone protette. Erano circa le dieci del mattino, non l'alba o dopo il tramonto. Il giovane cane di grossa taglia, tenuto al guinzaglio, correva tranquillamente accanto alla bici. Quando l'uomo avvistava il lupo a circa 200 metri, si fermava per fare una foto, tutto contento dell'incontro inaspettato. Solo a quel punto si rendeva conto che un secondo lupo stava alzandosi dall'erba alta accanto a lui. Allora, racconta il ciclista, i lupi partivano di corsa e quasi gli tagliavano la strada. L'uomo e il cane quindi si davano alla fuga, - esattamente ciò che gli esperti sconsigliano -  inseguiti dalla coppia di lupi che si era già avvicinata a 20 metri quando l'uomo raggiungeva le prime case e i persecutori, a quel punto, sparivano.

Il giro col cane - divertimento o pericolo? Foto: Middelhaufe
Foto di titolo: Ale

Si sono verificati, nel corso degli ultimi anni, parecchi episodi del genere, molti di questi  documentati e confermati da privati, cacciatori, forestali, quindi non frutto della propaganda anti-lupo.
    Un aspetto che questi eventi sembrano avere in comune è la reazione spesso inadeguata, quasi condiscendente, dei vari portavoci e delegati per la gestione dei lupi. Loro non si stancano di sottolineare che i lupi non sono un pericolo per l'uomo e per quanto riguarda i cani, beh, sono da tenere al guinzaglio, punto e basta.
     E' una pretesa assurda per diversi motivi. Come dimostrato, il metro e mezzo di guinzaglio non garantisce la sicurezza e l'incolumità del cane - o del suo padrone se quello cerca attivamente di difendere il suo quattro zampe.
     E‘ poi da considerare che certi cani si comportino tanto più aggressivamente quando sono al guinzaglio. Non è da escludere quindi che un cane proprio perché viene tenuto stretto al guinzaglio si sente chiamato a difendere il padrone o se stesso o il territorio che frequenta tutti i giorno, verso qualcuno che ha l'aspetto di un  cane anche se la sua emanazione è diversa.
     Inoltre, se da un lato la legge tedesca per la protezione degli animali pretende che il cane venga tenuto a seconda delle sue esigenze, tra cui la principale è proprio la possibilità di muoversi liberamente (in compagnia del padrone ben inteso) almeno qualche ora al giorno, dall'altro lato, nelle città e nei paesi, gli spazi dove ai cani è ancora permesso di correre e giocare senza guinzaglio ormai sono minuscoli, fuori città i campi coltivati sono da sempre  tabù, i boschi e le zone di campagna che fanno parte di una riserva di caccia idem, e in quel poco di ambiente naturale che rimane si chiede di tenere il cane legato in primavera ed estate per non disturbare la selvaggina e i loro piccoli. Quindi se ora, per il pericolo lupi, in alcune regioni si aggiunge l'impossibilità di liberare i cani nelle area verde ricreative, una certa percentuale di padroni dei quasi 8 milloni di cani residenti in Germania si sentirà abbandonata e messa ai margini.
    Il cane, per la maggioranza dei suoi proprietari, non è un accessorio che si sostituisce da Amazon quando si rompe, ma è un membro della famiglia, amato, curato, che ci accompagna per tutta la sua vita canina. Francamente, si fa fatica a capire come le stesse persone che con tanta passione ed eloquenza difendono a spada tratta i diritti e la libertà assoluta dei  lupi in Germania, possano dimostrare una palese insensibilità verso i diritti dell'animale definito „il migliore amico dell'uomo“. Un amico, sia detto per inciso, che annualmente porta circa 300 milioni di Euro nelle casse dei comuni, perché a differenza di altri Paesi europei, in Germania si paga la tassa sui cani.
    D‘altronde, agli stati federati fanno comodo quei soldini; nella sola Bassa-Sassonia la gestione dei loro 15 branchi di lupi è costata ai contribuenti 2,2 milioni di Euro nel 2017, e la tendenza delle spese è in aumento.

La principale esigenza del cane è di muoversi liberamente almeno qualche ora al giorno. Foto: Middelhaufe

Ma ritorniamo alle risposte ufficiali alla domanda: il lupo è pericoloso per il cane?

La NABU (Lega per la protezione della natura) dice:
„Gli eventi in cui cani sono stati attaccati dai lupi sono estremamente rari in Germania, mentre accadono più spesso in altri Paesi. Le cause sono varie. I lupi attaccano i cani quando si tratta di una situazione di concorrenza, per esempio per il proprio territorio. Siccome i cani sono i consimili di specie addomesticati del lupo, può succedere che un lupo percepisca il cane come intruso. Se un cane entra nel territorio del lupo questo lo difenderà. Dalla Russia e dalla Finlandia sono noti alcuni casi nei quali i lupi hanno ucciso dei cani per cibarsene. Erano quasi sempre cani tenuti alla catena.
Tuttavia il modo di gestire il cane in Germania è diverso da questi paesi, questi casi non sono confrontabili. I lupi, di regola, sono timidi verso l'uomo. Non si interessano dell'uomo. Da quando vivono nuovamente lupi in Germania, non si è verificato nessun episodio fra lupo e uomo che sarebbe stato pericoloso per l'uomo. Sicché, se proprietari di cani vanno in giro con il loro cane in una zona frequentata da lupi, è importante tenere il cane vicino o meglio ancora -  come è obbligatorio in tanti stati federati – al guinzaglio. I lupi evitano l'uomo ed anche il cane che gli sta accanto. Rimanere vicino al padrone è quindi la protezione migliore per il cane.“

     Con tutto il dovuto rispetto, questa dichiarazione, disponibile sul sito della NABU ancora nel 2019, lascia un po' perplessi perché non bada ai casi confermati di attacchi da parte di lupi in Germania, e soprattutto perché dà per scontato che il comune mortale sappia esattamente dove siano i confini del territorio di una coppia o un branco di lupi, e perché ignora poi del tutto che i lupi giovani, ad un certo punto della loro vita, lasciano il territorio del branco per cercarsi un compagno e una propria dimora altrove.
    E' vero che gli habitat accertati dei lupi in Germania sono molto ben documentati e pubblicati sui diversi siti internet, ma è altrettanto vero che passa un certo periodo prima che cambiamenti come migrazione, morte, nuovi arrivati dall'esterno e così via siano scientificamente verificati e vengano inseriti nelle mappe e nelle liste.
    Naturalmente, gli incidenti come quelli elencati qui sono rari, sono eccezioni. I lupi non stanno certamente in agguato dietro ogni albero, decisi a sbranare il primo cane che passa, al guinzaglio oppure no. Sarebbe esagerato seminare allarmismo, ma sarebbe ugualmente esagerato negare un crescente rischio con l'aumento dei lupi, e soprattutto sottovalutare l'ansia dei padroni di cani nelle aree coinvolte. Il lupo merita assolutamente la difesa dei suoi diritti, ma forse certi animalisti troppo unilaterali farebbero bene a ricordare, appunto, anche i diritti dell'umile Canis lupus familiaris, ossia del cane domestico.

Anche il cane ha diritti. Foto: Middelhaufe

     La situazione in Italia è nettamente diversa. Anche nella bella stagione le colline e montagne al di fuori delle zone turistiche non sono meta di camminatori, nordic walker, jogger, mountain biker, cavalieri e famiglie che godono le passeggiate nella natura, con il proprio cane al seguito, come si è abituati a vedere in Germania.
    Infatti, salvo durante il periodo di caccia e della raccolta dei funghi, i boschi dell'Appennino rimangono relativamente indisturbati dall'intrusione umana. Non sono molti  i padroni che portano il loro quattro zampe a passeggio tutti i giorni per 2-3 ore, tanto meno in campagna. Ed è proprio nelle campagne dove si è spesso mantenuta l'usanza di tenere il cane da guardia legato alla catena, i cani da caccia o da tartufi rinchiusi nel serraglio e i cani senza una particolare funzione liberi di andare e venire come gli pare. Se poi un cane dell'ultimo tipo non ritorna dalla presunta visita alle femmine in calore nei paesi limitrofi, difficilmente il proprietario farà grossi sforzi per capire che fine abbia fatto. Già per questa ragione ogni tentativo di stabilire quanti cani vengono uccisi annualmente dal lupo in Italia è destinato a fallire. Del resto i cani da guardia legati, abituati ad abbaiare quando, di notte, la volpe o la faina si avvicina al pollaio, sono soprannominati in modo macabro - un „boccone da asporto“ per i lupi di passaggio.

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L'usanza spesso ancora mantenuta in campagna: il cane da guardia è legato alla catena, i cani da caccia o da tartufi sono rinchiusi nel serraglio
e i cani senza una particolare funzione sono liberi di andare e venire come gli pare. Foto: Middelhaufe

  Tutte le belle leggi per la protezione degli animali non hanno eliminato certe cattive usanze, perché i controlli sono rari, difficilmente uno denuncia il vicino che tratta male il suo animale e così i cani continuano a vivere legati ad un metro di catena, o in qualche buco che non merita nemmeno il nome di serraglio, o da semi-randagi non microchippati,  non tatuati, non identificabili. Dalla discendenza di questi semi-randagi possono quindi originarsi cani randagi veri e propri e da loro magari nuovi membri dei branchi di cani rinselvatichiti.
   Nei pascoli di un tempo, per esempio in Abruzzo, gran parte dei cani vaganti consisteva  in cani da pastore e da guardiania divenuti superflui. Soprattutto nel sud e centro d'Italia sono noti numerosi casi in cui branchi di cani randagi hanno attaccato l‘uomo, a volte ferendolo gravemente. 
    Negli anni '70 furono fatti sopprimere circa 100.000 cani randagi l‘anno dalle istituzioni responsabili, ma né allora né oggi si sa quanti essi siano realmente, fra cani vaganti e cani inselvatichiti. Tuttavia, con la diffusione del lupo il problema sta diventando centrale, perché l'abbandono dell'utilizzo agricolo dei terreni, lo spopolamento dei paesi di montagna e l'aumento degli ungulati crea le condizioni in cui i branchi di cani inselvatichiti possono sopravvivere perfettamente – in alcune zone in diretta concorrenza con il lupo. Che poi possano anche capitare accoppiamenti fra cani e lupi è un‘ipotesi tutt‘altro che remota.

    Non c'è dubbio che cani randagi o inselvatichiti predano anche gli animali da pascolo, ma costituiscono veramente un fattore significativo nella predazione delle greggi?
In Francia ci si interroga. L'ecologo ed antropologo francese dott. Laurent Garde del Centre d’Études et de Réalisations Pastorales Alpes-Méditerranée (CERPAM) nel 2016 disse in un intervista (per estratto): „La bugia sui cani randagi: non è colpa dei lupi, sono stati i cani randagi! Il lupo sarebbe soltanto il capro espiatorio. Ma se questo fosse vero, perché è diventato necessario proteggere i greggi solo dopo l'arrivo dei lupi?“
    Per quanto si sappia, in passato neanche in Italia c'era bisogno di proteggere il bestiame massicciamente e su scala nazionale contro gruppi di cani randagi. 


 

I cani da pastore per cui non c'è più un impegno, possono trasformsi da cani vaganti part-time in cani randagi veri e propri.


Foto: Pignatta, Ale, Middelhaufe.

Nonostante i dati imprecisi, testimonianze di cani attaccati dai lupi in Italia ci sono e si fondano su osservazioni fatte per caso o sulle riprese di qualche telecamera di sorveglianza oppure sulle testimonianze di proprietari e cacciatori che hanno perso un cane.

    Nel dicembre 2014, per esempio, in provincia di Verona un labrador è stato predato vicino alla casa del suo proprietario.
    Nell'agosto del 2016  L'Eco di Parma informava: „(...)Tutto è accaduto lunedì mattina verso le 7, quando l’uomo è uscito di casa perché non riusciva a far smettere di abbaiare furiosamente i suoi pastori maremmani. Pierati ha quindi visto uno dei suoi cani saltare lo steccato e due lupi che lo hanno subito inseguito. Poi uno dei lupi ha ingaggiato una zuffa con il grosso cane, mentre l’altro è fuggito via. L’allevatore a quel punto sarebbe intervenuto temendo conseguenze per il suo pastore, ma il lupo, invece di scappare, gli si è rivoltato contro e lo ha aggredito, strappandogli persino i pantaloni fino al ginocchio. Nonostante l’uomo da terra cercasse di difendersi scalciando. Attimi di terrore ai quali hanno messo fine gli altri pastori maremmani dell’uomo, intervenuti tutti insieme per difendere il loro padrone. (...)“  

   In casi del genere i lupologi (e non soltanto quelli italiani) cercano sempre da dare una spiegazione tranquillizante: i responsabili erano cani, o ibridi o così detto lupi esotici, ma mai lupi puri. Nel gennaio 2017, in provincia di Torino, un cane e il suo padrone furono attacchati e feriti, e sembra solo perché l'uomo ha insistito sul test del DNA si scoprì che gli autori dell'attacco erano sicuramente dei lupi italiani puri. 
 
    Nel gennaio 2019, sul confine fra le province di Pavia e di Piacenza, non tanto distante dal mio paese, un piccolo meticcio fu ucciso e mangiato dai lupi. Il padrone e la sua famiglia
vivono nella loro trattoria in montagna, con asino, pony, galline, gatti e cani. Da alcuni anni la zona è abitata da un branco di lupi (filmati e fotografati anche da me) che, come provano le tracce, passano alla proprietà con una certa regolarità. Il cagnolino, quella sera, probabilmente era uscito dal cortile, cosa del resto non inusuale, dato che ci sono solo prati intorno. Come e dove di preciso è accaduto l'incontro non si sa, hanno solo trovato i resti del cane, cioè la testa, le gambe e la schiena, a pochi passi dalla casa.

Bric, come è stato ritrovato dal suo padrone. Foto: Alex Monfasani.

  Che i lupi, a volte, considerano il cane un „boccone facile“ è una tesi che non piace tanto agli animalisti, ma è vero, no?

   Federico Morimando: Sappiamo che il cane domestico rientra nella dieta del lupo e in alcuni Paesi europei (Slovenia, Romania, Bulgaria) rappresenta una preda molto comune, in alcuni (Serbia, Bulgaria) è l’asse portante della dieta.
Poi esiste nel lupo la variabilità individuale e di branco, con branchi che si specializzano a cacciare cani e animali domestici purtroppo.
Nel caso del cane l’aggressività del lupo non è indotta dalla sola fame ma da un livello di competizione intraspecifica molto forte: i branchi di lupi uccidono sciacalli, volpi, coyote e cani e lupi solitari in dispersione principalmente per eliminare concorrenti alimentari e per territorialità. Poi li mangiano anche perché niente va sprecato.
In presenza di branchi di lupi la probabilità che i cani vengano uccisi e predati è sempre superiore a 0.5 (dato 1 l’evento certo). Il caso peggiore si verifica quando il branco seleziona i cani a fini alimentari. Di solito questo avviene di rado grazie alla quantità di prede selvatiche ma come si diceva prima esistono specializzazioni e variabilità di branco esattamente come si verifica nelle nostre famiglie (ci sono famiglie umane vegane e altre molto carnivore etc…). Quando ci sono lupi in giro lasciare liberi i cani è sempre rischioso (per i cani).

Volpe - sbranata e divorata dal lupo? Foto: Middelhaufe

Eppure gli esempi dalla Germania, per pochi che siano, dimostrano che la vicinanza del padrone o il fatto che il cane sia al guinzaglio non dissuade necessariamente i lupi dall'attacco o almeno dal tentativo. So anche di un cacciatore che insieme ai suoi segugi è stato inseguito, qui nei nostro boschi pavesi, da un gruppetto di lupi per una mezz'ora, finché non è arrivato al suo fuoristrada. Lui era armato, un fungaiolo anziano o un tartufaio che gira col suo cane non lo è. Cosa potrebbero fare se uno o più lupi si mettessero alle loro costole?
In internet girano vari consigli su come far allontanare i lupi: con lo spray al peperoncino, il clacson all'aria compressa, aprendo a scatto un ombrello in direzione dei lupi, urlare, sbattere le mani, brandire un bastone e per proteggere il cane mettere il campanello al collare, oppure il beeper, e il giubbotto antizanna come lo portano i cani da cinghiale. Ma funzionano veramente questi metodi?

Beeper e campanelli possono veramente proteggere i cani? Foto: Middelhaufe.

Lo dovrebbero sapere i cacciatori tedeschi perché le esperienze sgradevoli con i lupi in Germania le fanno anche loro.
      L'anno scorso, un Segugio, durante la cacciata, è stato attaccato, ucciso e parzialmente mangiata da un lupo, o precisamente dal maschio del branco residente in zona, come l'analise del DNA ha verificato più tardi.
    Nel 2018, un cacciatore nonché funzionario pensionato della Forestale, accompagnato dal terrier della famiglia, passeggiava nel bosco per controllare le foto trappole per la selvaggina. C'era infatti la foto di un lupo, passato lì pochi minuti prima. Per sfortuna del cane il lupo era ancora nelle vicinanze e attaccò il piccolo Jack Russell. L'intervento del cacciatore fece allontanare il lupo; il terrier fu salvato e operato d'emergenza.
    Un'altro cacciatore ha salvato il suo segugio, seppur gravemente ferito, dall'uccisione dalla parte di un lupo non a caccia, ma a pochi metri dalla loro masseria, aldilà dello steccato. 
    Nelle grandi battute autunnali nello stato federato di Brandenburg, da più di due anni si notano i lupi in mezzo alle cacciate. Mentre i cani da cerca fanno il loro lavoro vengono braccati dai lupi. In una battuta, per esempio, erano quattro i lupi che molto decisi si erano messi a tallonare un solo cane, e quattro altri che, ognuno per conto suo, inseguivano un cane ciascuno. In quel giorno nella riserva di 1600 ettari erano in giro almeno sette, se non undici lupi. I diversi tentativi di spaventarli con urla, battendo le mani e persino con colpi di avvertimento, non portarono al successo. Alla fine i conduttori hanno dovuto mettere i loro ausiliari al guinzaglio.
    „In due occasioni,“ dice il responsabile della battuta a proposito dell'indifferenza dei predatori, „i lupi hanno soltanto interrotto per un attimo l'inseguimento, hanno aggirato il terreno e si sono nuovamente avvicinati al cane. Ciò che vediamo con preoccupazione è che noi stessi stiamo praticamente addestrando i lupi.“

 A meno che si spari, come ha fatto un ospite cacciatore olandese a metà gennaio 2019 in Germania. Quel giorno durante la battuta un lupo attaccò i cani da cerca in azione. Nonostante i fischi, le grida e il colpo d'avvertimento il predatore non lasciò i cani. Alla fine il tiratore olandese decise di sparare al lupo per salvare i cani. Alcuni di loro, dopo, ebbero bisogno dell'intervento veterinario. Il cacciatore fu denunciato. In Germania l'uccisione del lupo come animale assolutamente protetto può portare alla contravvenzione fino a 50.000 Euro o la pena detentiva fino a 5 anni.

    Il Sächsische Zeitung informava già alla fine del 2018 che in alcune zone della Sassonia il recupero degli ungulati è diventato quasi impossibile. I lupi, in certe zone, hanno capito che dopo uno sparo c'è speranza di un buon pasto. Così, prima che il conduttore arrivi sul luogo col cane da traccia, i lupi sono già arrivati sul capo abbattuto.

Arrivati troppo tardi. Foto: Gabriella Rubicondi

L'esperienza di vent'anni ha insegnato ai predatori che l'uomo non gli fa del male e quindi rimangono tranquillamente nell'area della battuta in attesa dell'invito a cena: il rumore dello sparo.
     Liberare il cane da traccia sull'ultimo tratto della pista dove terreno e vegetazione lo richiederebbero, nei territori con lupi è quasi impossibile, perché sarebbe troppo grande il rischio per il cane di imbattersi in un branco di lupi che reclama la preda. L'ulteriore domanda è come si comporteranno i lupi di fronte ad un singolo cane che, conformemente al suo addestramento, rimane abbaiando al fianco dell'ungulato morto. Se i lupi scoprono che anche questo segnale acustico li „chiama a tavola“ i cacciatori si troveranno davanti ad un serio problema.

    Ma i conflitti fra cani da caccia e lupi aumentano veramente o è soltanto l'impressione creata anche dai media?

    Friedrich Noltenius: " A differenza della Svezia e della Finlandia le perdite dei cani durante la caccia sono ancora relativamente poche, ma bisogna ricordare che ci sono anche cifre non ufficiali. Personalmente so di almeno tre casi dalla zona dove vivo in cui, durante la battuta in un territorio di lupi, sono spariti dei cani. Ma, evidentemente, che sono „spariti“ non è una prova che sia stato coinvolto il lupo, c'è comunque un alta probabilità."  

  E come valuta il pericolo per il cane che, correttamente, chiama il suo conduttore al selvatico abbattuto?

   Friedrich Noltenius: "Chi, al giorno d'oggi, in un territorio di lupi chiede al suo cane di segnalare il capo abbattuto abbaiando (totverbellen) avrà molto presto un cane morto".

Chi, in un territorio di lupi chiede al suo cane di segnalare il capo abbattuto abbaiando avrà presto un cane morto.Foto: Sylvia Dreeskornfeld.

    A differenza dell'Italia, in Germania il cacciatore deve affittare (e pagare piuttosto caro) la sua riserva, nella quale è poi attivo tutto l'anno. Il suo cane riceve un addestramento importante perché la legge chiede un esame di abilità alla pratica venatoria ancor prima che l'ausiliare possa essere utilizzato; sostituire, da un giorno all'altro, un cane ucciso, di conseguenza non è possibile. E i cani che sopravivino all'attacco del loro antenato selvatico non sono più quelli di prima. Perché purtroppo, non si può portarli dallo psicologo e fargli superare il trauma.
   Sicché, dire al cacciatore che l'eventuale uccisione del suo cane dalla parte dei lupi è il prezzo da pagare per la biodiversità è una strategia che non trova tanti sostenitori nel mondo venatorio.
    Mentre al privato si potrebbe ancora dire (nonostante l'assurdità del discorso) di dover tenere il cane sempre al guinzaglio, la stessa pretesa è del tutto insensato nel confronto del cacciatore. Il suo ausiliare non può eseguire il suo compito in un raggio di 2-3 metri intorno al conduttore.
   Per citare il funzionario della Forestale già menzionato: „Non mi dispiace che i lupi convivano con noi.“ Un atteggiamento del resto condiviso da tanti abitanti della regione dove abita. Ma come loro anche lui non riesce a comprendere „che non esista un piano aggiornato per la gestione dei lupi.“ Quello che c'è attualmente lo chiama „tiepido“ ed effettivamente si basa su dati sorpassati.
   Se non si vuole proibire la caccia, e in Germania ciò sarebbe impensabile, le autorità competenti devono offrire una soluzione che rispetti entrambi le parti: il lupo e i cacciatori con i loro ausiliari.

Il cane da caccia non può eseguire i suoi compiti alla lunga. Foto: Middelhaufe.

     In Italia, facendo un paragone con la Germania, vivono più lupi, più cani da caccia, più cacciatori, e a questi ultimi non si può seriamente chiedere di accompagnare i loro segugi o cani da ferma a caccia alla lunga. I cinghialisti poi non hanno nemmeno la scelta della zona perché devono stare entro i stretti confini del territorio comunale datogli dall'ATC.
Domanda a Gabriella Rubicondi, fondatrice del Gruppo Conduttori Cani da Traccia in provincia di Genova:

      Lei, negli ultimi anni ha mai sentito di incidenti/incontri potenzialmente rischiosi fra cani da caccia e lupi?

     Gabriella Rubicondi: "Si è capitato durante una battuta di caccia al cinghiale, in braccata, dove fra l'altro ero presente, che alcuni cani seguendo un cinghiale si sono trovati i lupi sulla loro strada e stavano per essere attaccati da questi, ma per fortuna arrivarono in tempo i loro conduttori e per dissuadere l'attacco dei lupi cominciarono a urlare e spararono in aria un paio di colpi. Questi fuggirono e nel periodo restante della battuta non ci furono altri incontri."

      Come considera il timore dei cacciatori tedeschi che trovano lupi a braccare i loro cani?

      Gabriella Rubicondi: "Considero un timore fondato e comprensibile quello dei cacciatori tedeschi anche perchè, succederà presto anche da noi in quanto il lupo, a mio parere, cresce di numero e stiamo vedendo, almeno nelle nostre zone, che gli animali sono diminuiti in maniera considerevole. Magari non sarà tutta colpa del lupo, ma anche lui sta facendo la sua parte."  

      In certe parti d’Italia i selecontrollori non fanno il recupero e di conseguenza si trovano spesso i caprioli mangiati dai lupi. Come valuta il rischio che cosi in certe zone, dove viene praticata la caccia di selezione agli ungulati, i lupi imparino che c’è cibo “gratuito” e magari visitano più spesso quelle aree?

     Gabriella Rubicondi: "Da noi il recupero non è una cosa molto "sentita", anche perchè, probabilmente, molti cacciatori si sentono troppo sicuri del loro operato e quindi allo sparo dove l'animale non resta fulminato ....è una fucilata sbagliata. Non vanno a controllare e a volte l'animale è andato via ferito oppure è morto poco distante. Nella caccia al cinghiale è ancora peggio. Fino a qualche a qualche anno fa di animali ce n'erano in abbondanza per cui uno più uno meno non faceva la differenza. Alla battuta seguente veniva trovata la carcassa a poca distanza dalla posta. I lupi sono animali molto intelligenti e fanno presto a capire dove si può mangiare senza tanta fatica. Credo che abbiano capito che dove ci sono spari il cibo è assicurato."

Sopra: in Italia spesso il capo non recuperato diventa cibo per la volpe, i lupi ed altri. Foto: Middelhaufe.
Sotto: Da anni, Gabriella Rubicondi ed i suoi colleghi promuovono il recupero corretto con cani da traccia. Foto: Rubicondi

      Anche dove vive lei ci sono i lupi. Ha mai pensato come proteggere o difendere i suoi cani in caso di un incontro con più lupi?

     Gabriella Rubicondi: "Vivo in Valbrevenna un Comune dell'entroterra di Genova e sì anche qui i lupi sono stati visti e fotografati, addirittura in un parco giochi in una località poco distante da casa mia. Una mattina andando al lavoro ero in macchina con un'amica quando mi ha attraversato la strada un esemplare di lupo, proveniva dal fiume ed è salito a monte, poco distante dalle case.
Con i miei cani li ho incontrati solo una volta, andando a caccia al cinghiale. Nel mentre andavo a posizionarmi sulla posta ho visto due lupi che, mentre mi avvicinavo, si sono alzati e sono andati via. In quel momento ho avuto un pò timore, sopratutto per i cani che già avevavo rizzato il pelo e ringhiavano. Per fortuna non è successo nulla, ma il pericolo esiste."

     Come cacciatrice e conduttrice di cani da recupero, cosa ne pensa della gestione dei lupi?

     Gabriella Rubicondi: "Ritengo che ultimamente gli avvistamenti dei lupi siano sempre più numerosi, lo vedo anche sui social, vengono visti anche vicino a zone abitate e questo non mi fa molto piacere. Il lupo mi piace, è un animale magnifico, ma se dobbiamo conviverci, meglio che sia controllato."

     La stessa domanda a Lucio Parodi: cosa ne pensa dell'attuale gestione dei lupi?

     Lucio Parodi: "L'Italia è l'unico paese delle Alpi che non controlla il lupo. Gli stati aderenti alla UE lo fanno nel rispetto della direttiva Habitat e la Svizzera lo ha puntualmente e duramente definito pur nel rispetto della Convenzione di Berna. Negli ambienti antropizzati non può esserci una crescita illimitata dei carnivori a saturare l'ambiente, la presenza deve essere compatibile con le attività dell'uomo anche per la salvaguardia dell'ambiente montano che solo la presenza dell'uomo stesso lo consente. La Svizzera con la sua concreta politica nei confronti dei carnivori è riuscita addirittura ad ottenere il consenso degli agricoltori-allevatori alla reintroduzione della lince che oggi è presente in tutto il territorio con circa 170 esemplari."

I cani da seguita sono particolamente a rischio nei territori dei lupi. Foto: Middelhaufe

Per citare ancora l'ecologo francese dott. Laurent Garde:
„Tramite la convenzione di Berna, ma soprattutto con le direttive fauna-habitat, obligatorie per gli allevatori e per i Paesi membri, l‘Europa ottiene con la forza la sovra-popolazione del lupo. Bisogna notare che la maggior parte dei Paesi che effettivamente avevano lupi nel loro territorio, come la Spagna, come gran parte dei Paesi dell'Europa orientale, hanno tolto il lupo dalla lista degli animali da proteggere dalla convenzione di Berna. Questi Paesi fanno ciò che vogliono con il lupo. In Spagna, nella zona dove la protezione del lupo non è valida, si abbattono legalmente 200 lupi. In Slovacchia, ove si era deciso altrettanto, vengono sparati legalmente 150 lupi all'anno. Questo perché si tratta di Paesi che regolano la popolazione lupina, perché si preoccupano, perché sanno da sempre che cosa è un lupo. (...) In Italia è diverso. Si è scelto il contrario, la protezione assoluta del lupo. Tutta la politica della protezione europea del lupo viene dall'Italia. Ma forse bisogna aggiungere che il rapporto con la legge in Italia forse non è lo stesso come in Francia. In Italia il lupo viene intensamente bracconato; un altro modo di regolare la popolazione. Con la mano destra si protegge il lupo e con la mano sinistra si lascia fare e bracconare. Per cui a loro [gli italiani] tutta la faccenda non interessa molto. La Francia, come la Svezia, era ciò che si chiama uno Stato ingenuo. Lo Stato ingenuo è uno stato che non aveva lupi nel suo territorio quando fu firmata la convenzione di Berna e le direttive fauna-habitat. Per quel motivo, all'epoca, si era messo il lupo sotto protezione assoluta; in quel momento era quasi un esercizio virtuale. Ma quando il lupo è realmente ritornato eravamo ormai legati alla legge europea che ci proibiva il controllo del lupo e permette solo eccezionalmente qualche singolo abbattimento, a patto di aver tentato, prima, tutte le altre misure.“ 

Segue: Lupo e animali da pascolo

(c) testo luglio 2019
Fonti:
https://www.jagderleben.de/jagdgebrauchshund/wolf-toetet-jagdhund-so-sah-hundebesitzer
https://www.nabu.de/tiere-und-pflanzen/saeugetiere/wolf/wissen/16494.html
https://www.maz-online.de/Brandenburg/Nackter-Foerster-verjagt-Wolf-Huendin-in-der-Uckermark-fast-zu-Tode-gebissen
https://www.jawina.de/warnschuesse-und-geschrei-uebergriffige-woelfe-erzwingen-aenderung-der-jagdstrategie/
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http://www.maz-online.de/Lokales/Potsdam-Mittelmark/Ziesar/Huendin-bei-Wolfsangriff-in-der-Buecknitzer-Heide-verletzt
https://www.comfortplan.de/tierversicherung/hundeversicherung/hundesteuer
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http://www.maz-online.de/Lokales/Oberhavel/Wolf-verletzt-Hund-im-Stadtwald

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