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Come addestrare il cucciolo continentale

 

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Come addestrare il cucciolo continentale
Intervista di
Stefano Belloi a Danilo Rebaschio

Domanda a Lei, Dresseur di cani continentali, com’è la psiche del continentale rispetto agli inglesi? E’ vero che il continentale necessita di più tempo rispetto all’inglese? E se sì, perché?

Il cane continentale è diverso dal cane inglese; l’inglese è un cane molto più istintivo, a differenza del continentale che è più ragionatore. Il continentale ha una psiche molto più tranquilla, quindi più ragionata, ha bisogno di un attimo di tempo in più rispetto all'inglese. L’istintività dell’inglese porta questo cane ad arrivare al dunque in maniera molto più decisa.
Tra i continentali, poi, quello italiano fa della ragione un suo essere, quindi ha bisogno di più tranquillità per arrivare a essere il soggetto che è.

Un confronto fra i vari continentali: stile, carattere, ritmi di maturazione di ciascuna razza...

Ogni razza ha la propria psiche, il proprio stile; se si osservano queste cose, se le si conosce e se le si riconosce nel proprio cane si ha la possibilità di avere un soggetto di qualità. Quanto alla maturazione l’italiano ha bisogno di un attimo di attenzione in più rispetto agli altri cani (con questo non voglio dire che sia un cane con problemi, tutt’altro) è meglio dire che necessita di attenzioni diverse rispetto agli altri continentali e ciò è dovuto al suo modo di esprimersi e quindi di apprendere. Il breton è forse il continentale che fra tutti più si avvicina alla razza inglese poiché anche lui è un cane molto

Sopra: Epagneul Breton Jordi (Foto: Sabine Middelhaufe)
Sotto: Setter Inglese Brandy. (Foto: Tanja Winkler)

istintivo. Se proviamo a generalizzare il confronto possiamo notare che il breton è un cane molto precoce a differenza del bracco italiano, dello spinone e dello stesso kurzhaar, fermo restando poi che possono esserci delle eccezioni e delle differenze da soggetto a soggetto. Ogni razza ha la sua psiche e questo determina tutto: si deve tenere conto della mentalità del cane e lo si deve addestrare secondo la propria indole, conoscere la razza e la psiche del cane è quindi fondamentale per capire se e come intervenire sullo stesso. I ritmi di maturazione tra i continentali più o meno si equivalgono (salvo il breton che è quello più precoce) anche se molto dipende dall’individuo: ci sono soggetti che in poco tempo sono già pronti e altri che hanno bisogno di più tranquillità.

A che età si può capire se il cucciolo ha le qualità, la stoffa per essere un buon cane da caccia e da prove?

Ammesso che si possa portare il cucciolo in campagna, già dai 7/8 mesi per quanto riguarda la caccia si può vedere che qualità può avere, lo stesso dicasi per le prove anche se in questo caso la certezza la si avrà più avanti nel tempo. Nel tema "prove" giocano un ruolo fondamentale il fattore stilistico, la psiche di razza, la mentalità e questi sono elementi che si vedono più avanti, ma se vogliamo valutare le qualità venatorie di un continentale all’età appunto di 7/8 mesi il cane sa già dire tante cose.

Iniziazione del cucciolo continentale alla caccia: analoga per tutte le razze?

L’iniziazione può essere uniforme su tutte le razze, non ci sono differenze. Il cucciolone di 7/8 mesi

Cucciolo di Drahthaar. (Foto: Sabine Middelhaufe)

già si può sentire sufficientemente solido nella struttura e anche la mente inizia ad aprirsi. A questa età il cucciolone inizia ad apprendere e comincia a venirgli la passione interiore e istintiva verso l’attività venatoria, dote che ha già dentro di sé. Il cane da caccia ha l’istinto del predatore e quando inizia a maturare si inizia anche a vedere questa sua istintività. Prima dei 7/8 mesi il continentale può fare qualcosa ma lo fa più per gioco che per vero e proprio istinto venatorio, quest’ultimo secondo me gli si sviluppa dopo i 7 mesi.

Lei con cosa comincia? Con l’ubbidienza o subito col selvatico?

Secondo me fare obbedienza a un cucciolo è deleterio, il cucciolo è ubbidiente per conto proprio, non ha bisogno di alcuna nozione. L’ubbidienza me la deve dimostrare quando ha già sviluppato la sua passione, è in questo momento che mi deve ubbidire! Da piccoli per gioco i cucciolo sono tutti ubbidienti. La prima cosa che io faccio su un cucciolo, a parte mettergli il collarino per abituarlo, sempre per gioco e non per costrizione è il riporto. Un cucciolo di 3 o 4 mesi lo faccio giocare con la classica pallina da tennis, con lo straccetto, e lì piano piano sempre per gioco gli insegno il riporto e mi assicuro tanto lavoro in meno nel futuro. Il cucciolo lo si può pure portare in campagna, lui si muove, vede una farfalla e la insegue finchè arriva all’età di 7/8 mesi quando già si può pretendere di verificare la sua venaticità. A questo punto lo si può mettere in contatto con il selvatico e piano piano si vede lo sviluppo che fa il cane.

Qual è l’età migliore per cominciare? Ritmi di addestramento, quante uscite? Qualità del selvatico: qual è il primo selvatico? Meglio iniziare con la "gabbiarola" o con il selvatico vero?

Danilo Rebaschio con Taimaut e Zulu dell'Oltrepò. Foto: (c) Danilo Rebaschio

Dipende dalla stagione in cui devo addestrare il cane, mi spiego: se a 7/8 mesi siamo in periodo di caccia aperta, dopo aver fatto incontrare al cucciolo qualche gabbiarola e dopo avergli fatto sentire il colpo del fucile, approfitto della stagione venatoria e lo porto a caccia (quindi in questo caso l’allievo è fortunato). Diversamente se inizio in primavera lo metto in contatto con le gabbiarole fino a quando la stagione non mi permette di metterlo a contatto con la selvaggina vera. Da li in poi si passa al terreno di caccia.

Tipo di terreno iniziale? Aperto e abbondante, pulito e facile, ricco di selvaggina o meglio se inizialmente frullano pochi selvatici?

Essendo alle prime uscite ovviamente più facile è il terreno meglio sarà per il cucciolo che prenderà coraggio anche ad allontanarsi; pian piano il cucciolo fa la sua esperienza e compie la maturazione. La regola da seguire è che, avendone l’opportunità è meglio cambiare sempre il terreno di addestramento.

Qual è il momento giusto per introdurre la correttezza al frullo?

Se noi cerchiamo di correggere al frullo un cucciolone che non sa ancora nulla di selvatici e di caccia lo andremo a distogliere da quella che è la sua natura di predatore. La correttezza al frullo la si introduce dopo che il cane ha avuto almeno una bella annata di caccia, quando ha sviluppato tutta la sua passione e quindi è pronto a ricevere un’educazione. Secondo me intervenire prima non ha senso e non si riuscirebbe neanche a fare; io ritengo che sia sbagliato fermare il cane quando vede i suoi primi 2/3 animaletti. Prima l’annata di caccia poi la correttezza al frullo, prima il cane matura le sue esperienze poi lo si corregge. E’ essenziale per correggere il cane al frullo che abbia sviluppato grinta, voglia, volontà e decisione dopo di che lo si può educare.

Danilo Rebaschio con cucciolona Turca dell'Oltrepo. Foto: (c) Danilo Rebaschio

E il riporto?

Se il gioco di cui ho parlato prima è recepito e assimilato bene (se poi si tratta di razza nella quale il riporto è istintivo) non si avranno difficoltà in futuro. Se invece con l’andar del tempo ci si accorge che il cane ha qualche problema col riporto si deve capire il tipo di problema e poi cercare di intervenire. Le questioni possono essere diverse, talvolta ci possono essere problemi legati a fattori genetici: parlo di cani che non riportano perché questo istinto non gli è stato trasmesso dagli ascendenti che a loro volta non ubbidivano al riporto e in questi casi le difficoltà sono maggiori. Con i figli di cani riportatori si hanno sempre meno problemi.

E il riporto dall’acqua?

Anche in questo caso occorre abituare il cane ad entrare in acqua fin da cucciolo, sempre per gioco: il cucciolo che gioca nell’acqua impara a non averne paura, quindi non avrà alcun motivo per rifiutare di entrarvi. Difficile costringere un cane già adulto ad entrare in acqua, in questo caso insegnargli il riporto dall’acqua diventa molto difficile. Quindi se si vuole preparare il proprio cane e addestrarlo alle proprie esigenze si dovrà iniziare per gioco fin da cucciolo facendolo appassionare a tutte le cose che vorremmo che lui facesse da adulto.

Quanto è importante la caccia vera per un cane da prove? Effetti positivi e negativi dell’eserciaio venatorio.

Setter Inglese a caccia. (Foto: Sabine Middelhaufe)

La caccia è essenziale perché il cane non può sviluppare l’istinto all’incontro se non ha l’esperienza di caccia, se un cane caccia assorbe la voglia di incontrare e maturerà l’esperienza dopodiché se ha particolari qualità stilistiche e di mentalità lo si potrà portare alle prove e l’esperienza che il cane avrà fatto gli servirà sempre. Se un cane viene messo sui terreni delle prove senza alcuna esperienza di caccia diventerà un cane quasi robotizzato che farà il "gioco" senza capirne l’essenza. Un cane dressato per le prove a mio parere deve comunque andare a caccia; i cani che presento alle prove vanno sempre anche a caccia: 3 o 4 cacciate l’anno io gliele faccio fare per rigenerarli; è naturale che non li si porta alla "macelleria" ma gli si fa fare una cacciata con attenzione sempre badando alla qualità per mantenere il soggetto costantemente nella giusta direzione, senza lasciarlo andare allo sbando altrimenti si rischia di vanificare tutto il lavoro fatto. Quindi la caccia sempre, ma di qualità e non di quantità! Si deve essere rigorosi per non indurre il cane a diventare un pasticcione.

Come ci si comporta quando un cucciolo incontra il selvatico che non deve trattare (capriolo, cinghiale, volpe ecc.)? preferisce correggerlo e dissuaderlo subito oppure lascia che il cane maturi la sua esperienza soddisfacendo la sua curiosità?

No, ormai per i nostri tipi di cani e parlo dei cani da ferma, gli ungulati sono diventati un problema, quindi si deve intervenire subito sul nostro cucciolone non appena questi tenta di inseguire l’ungulato. Interverremo con la voce così da dissuaderlo a corrergli dietro. Diversamente si può portare il cane nei recinti dove si trovano daini, caprioli ecc. così che si abitui alla loro presenza e non badi più a loro quando li troverà in campagna, perché purtroppo (parlo sempre con riferimento ai cani da ferma) gli ungulati sono una realtà che oggi troviamo ovunque e creano problemi per i tanti cani non abituati a questi animali.



Bracco Italiano con cinghialetto. (Foto: Sabine Middelhaufe)
Foto iniziale:
Danilo Rebaschio con Basco Ch It Ass e vincitore del trofei Candiotto. Foto: (c) Danilo Rebaschio
(c) testo Danilo Rebaschio

 
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