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I cani da caccia: Ritratti



ll Wachtelhund Tedesco
(Spaniel Tedesco)

 


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ll Wachtelhund Tedesco (Spaniel Tedesco)
di
Sabine Middelhaufe

Anche se pare incredibile, ancora oggi, nella sua patria d’origine circolano non pochi pregiudizi contro lo Spaniel Tedesco. Per alcuni, infatti, sarebbe un cane troppo “lungo”, secondo altri mancherebbe di collegamento, mentre per altri ancora risulterebbe difficile d'addestrare proprio a causa della sua grande passione per la caccia...
I circa 700 cuccioli iscritti nel 2008 sono la testimonianza lampante di come la razza del Wachtelhund non sia molto diffusa nemmeno in Germania (basta paragonare il numero con i quasi 3.300 cuccioli di Drahthaar e 1.200 di Kurzhaar), eppure, chi ha portato uno ”Spaniel Tedesco“ ben preparato a caccia di regola rimane fedele alla razza. La tipica battuta, che circola tra i cacciatori tedeschi, per prendere in giro il conduttore di un Wachtel dice così: ”Allora, dov'è il tuo cane?“ Risposta: ”Non saprei. Se non è più nel bosco sarà già andato a casa.“
Ma questo cane è veramente dotato di una passione così sfrenata che a caccia si dimentica persino del padrone?
Per comprendere meglio il Wachtelhund bisogna accettare alcuni fatti basilari su questa razza.
Pur essendo considerato un tutto-fare il Wachtel in realtà è, prima di tutto, un „cane da bosco“; vale a dire un ausiliare capace di svolgere al meglio il suo compito non già nei terreni aperti bensì nel folto, laddove il suo lavoro di cane da cerca risulta ben più redditizio.
In Germania, infatti, la sua funzione primaria in caccia è l'ampia e autonoma ricerca di cervi, daini, caprioli e cinghiali e il loro inseguimento con un
bell'abbaio sulla pista, per spingere poi i selvatici ad un passo moderato fuori dai fitti cespugli, davanti ai tiratori appostati. E' quindi più che plausibile che un cane, che per la maggior parte della battuta deve cercare la selvaggina in zone inaccessibili all'uomo e che, specialmente quando lavora sul cinghiale, deve prendere da solo delle decisioni tempestive ed intelligenti, abbia anche bisogno di una certa indipendenza unitamente ad ardimento. Il che, di fatto, implica una testa tutta sua e abbastanza autostima per agire in modo sensato, e con successo, per 30-40 minuti completamente al di fuori del raggio d'influenza diretta del suo padrone.
Sempre per questo poi, è altresì necessario che questo Spaniel abbia una vera passione per la caccia; poiché è evidente che il Wachtelhund cui mancasse questa dote non si staccherebbe abbastanza dal conduttore e non si farebbe certo rimandare nuovamente in battuta, dopo ore di lavoro faticoso ed esigente. Pertanto, secondo quanto sostengono i conoscitori della razza, il vero problema non è affatto rappresentato dal presunto fervore esagerato del Wachtel o dalla sua scarsa conducibilità, ma, perlomeno nella maggior parte dei casi, sarebbe invece il padrone del Wachtel!
Quest'ultimo, infatti, prima dell'acquisto del cane dovrebbe pensar bene su come vorrebbe utilizzare il suo Wachtel in futuro: esclusivamente come cane da cerca per tutti gli ungulati? O anche per l'occasionale riporto delle anatre dall'acqua profonda? O come vero tutto-fare che durante la caccia dovrebbe anche spingere lepre e volpe e inseguire la pista di sangue se gli capita? O, forse, come ausiliare per la sola caccia al cinghiale?
Una decisione del genere è importantissima, poiché i primi passi, ancora giocosi, dell'educazione e dell'addestramento del cucciolo devono aver inizio appena il piccolo è stato trasferito al nuovo padrone.
A partire dalla decima settimana di vita il cucciolo viene quindi avvicinato alla sua selvaggina prescelta, ad esempio presentandogli le pelli degli animali, incoraggiandolo di esaminare le loro orme fresche e le loro tracce, dandogli l'occasione di esplorare le loro passate in riserva, le rimesse, i pascoli e cosi via. Favorendo, nel contempo, l’instaurarsi di un legame forte fra cane e padrone, premiando il suo interesse venatorio, ma nello stesso momento rendendolo controllabile e, infine, insegnando al cucciolo ciò che di prassi è irrinunciabile, vale a dire pazienza, disciplina e calma.
A proposito dell'educazione del giovanissimo Wachtelhund deve essere detto che quest’ultima richiede una coerenza assoluta da parte del padrone, ma anche che questo cane reagisce in maniera assai negativa ai metodi duri o grezzi. Inoltre, il suo conduttore non deve mai dimenticare che il Wachtel, un domani, avrà bisogno per il suo lavoro di una gran bella misura di indipendenza mentale e ”tecnica“. Poiché non è certo un ausiliare che lavora solo per brevi periodi e che, per il resto del tempo, sta fra i piedi del padrone. Per questo i tentativi di trasformare un Wachtelhund in un cacciatore di “corto raggio” sono destinati a fallire e, peggio ancora, a rovinare il cane.
Un mio amico tedesco, cacciatore da 35 anni, addestratore di cani da caccia ed entusiasta del Wachtel una volta mi raccontò che il suo primo Wachtel già a 8 mesi andava ben educatamente al guinzaglio, rientrava immediatamente al richiamo, aspettava, tranquillamente sdraiato sulla sua copertina, anche per un oretta, sotto l'appostamento rialzato nonostante i caprioli che gli passavano davanti e non si agitava neanche dopo lo sparo del padrone pur conoscendo ormai il significato di questo suono.
Poi il cane entrò nella pubertà e più di una volta il mio amico fu vicino alla disperazione, perché solo allora, nel giovane adulto, la stra-citata passione della razza fece eruzione totale (e anche la sua ben conosciuta bizza). Sordo ai comandi (e addirittura permaloso per la successiva punizione alla sua disobbedienza) questo Wachtelhund cacciava per conto suo conigli, lepri e
qualunque altro selvatico trovasse lungo il bordo dell'autostrada o in diretta vicinanza al terrapieno della ferrovia. Il terrore del suo padrone, che temeva continuamente una morte orribile per il suo cane, si può facilmente immaginare. Ma dopo un breve periodo, peraltro assai turbolento, l'immensa voglia di caccia del Wachtel si frenò e, finalmente, la preparazione educativa dei mesi precedenti portò i meritati frutti.
La pubertà è un periodo piuttosto difficile per la maggior parte dei cani e forse ancora di più per il Wachtel, ma se il Wachtel, oramai adulto,va seriamente ”fuori mano“ ciò succede, soprattutto, perché il suo padrone ha mancato di sfruttare la fase infantile del cane per l'addestramento di base, e perché ha perso l'occasione di stabilire un rapporto stretto con lui. Chiaro che il cane, ormai stracolmo della propria passione venatoria, ubbidisca meno che mai. E perché dovrebbe? Sa cacciare benissimo senza un padrone che finora l'aveva trascurato...
Il mio amico quindi poteva godersi la disposizione tipica della razza di cacciare sì autonomamente, ma di ritornare anche volontariamente ad intervalli regolari alla posta del padrone, che da lì lo rimandava nuovamente nella battuta.
Tipico per questo Wachtel, come per i suoi compagni di razza, era peraltro che dopo un certo tempo sulla traccia di un determinato selvatico egli la abbandonava per cercare ed inseguire una nuova pista, facendo sì che tutta la selvaggina all'interno della battuta fosse messa in movimento. Un simile comportamento si può notare quando il Wachtelhund spinge un selvatico al di là della catena dei tiratori: se la selvaggina non viene abbattuta il cane termina l'inseguimento e ritorna da sé all'interno della battuta, dove cerca un'altra traccia.
Il coraggio e la capacità di prendere decisioni si riescono ad apprezzare, forse al massimo, osservando questo cane, piccolo com'è con i suoi 54 cm al garrese, durante la caccia al cinghiale oppure quando è a contatto diretto con un altro ungulato ferito.
Quando si imbatte, per esempio, in un cervo o un capriolo colpito, ma ancora vivo, deve capire al volo come procedere: prendere la preda al collo e ucciderla, oppure tirarla giù e tenerla per terra in attesa del padrone, o bloccarla sul posto, camminandogli intorno, mentre abbaia a fermo per segnalare al padrone il ritrovamento. Facendo cosi, soprattutto di fronte ad un verro ferito, il cane riduce notevolmente il proprio rischio di essere attaccato mentre aspetta l'arrivo del padrone che abbatterà il cinghiale con il coltello o il fucile, se è fattibile senza mettere in pericolo il cane.
Naturalmente ci sono anche dei Wachtel che fermo restando la predisposizione della razza ad attaccare un selvatico feroce (Wildschärfe) sono fuori della norma, nel senso che sono o troppo timidi o troppo imprudenti. Considerando che persino il soggetto con la giusta dose di ”Wildschärfe“ difficilmente supera l'intera stagione senza qualche piccola ferita, si può immaginare che fine faranno i cani che sopravvalutano la propria agilità ed ”intelligenza venatoria“. Un Wachtelhund che si dimostri abbastanza ritroso all'incontro con un cinghiale può comunque svolgere bene il resto del suo lavoro, mentre il cane sfrenato non ha una lunga aspettativa di vita.
Di certo una caratteristica che più delle altre definisce il Wachtel è lo “Spurlaut“, ossia la predisposizione, geneticamente fissata, di dare voce sulla traccia. Infatti, a differenza degli Spaniel britannici che, almeno nel loro Paese d'origine possono cacciare muti, per lo ”Spaniel tedesco“ la voce è una necessità assoluta. Un Wachtelhund che non si faccia sentire mentre insegue la selvaggina, e che non segnali di averlo bloccato abbaiando a fermo, non può essere utilizzato a caccia; inoltre non supererebbe nemmeno la prova di idoneità della Società Specializzata. Proprio per questo quindi, il fatto che all'estero dei Wachtel muti vengano comunque inclusi nella riproduzione in Germania è visto con una preoccupazione comprensibile. Anche se si sa… “Paese che vai, usanze che trovi!”.


Foto 1-5, 7-10: Federico Chelini, 6: Stefan Fügner.

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