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Il Bracco Italiano e lo Spinoso Di Cesare Bonasegale Spinone e Bracco italiano erano in origine due varietà della medesima razza. Le differenze fra i due, motivate dal diverso utilizzo che ne veniva fatto. Oggi le diversità si vanno riducendo sempre più. In Italia – prima dell’importazione di altre razze – esisteva solo il Bracco Nobile ed il Bracco Spinoso. Nobile non in sé, ma perché nobili erano i loro padroni, dediti alla caccia in terreni aperti.  | 
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    Gli altri (cioè i  “non nobili”) cacciavano nel “bosco e la riviera” dove era  d’uopo utilizzare un cane più rustico, cioè il  “Bracco Spinoso”. 
    Quindi due varietà della medesima razza, differenziate ovviamente per il pelo, per la pelle più adatta a sopportare l’ingiuria delle spine, per l’andatura e per la cerca più adatte al bosco e alla riviera. Per il resto identiche. E difatti solo in un passato molto più recente si sentì il bisogno di identificare formalmente le due razze e di attribuire allo Spinone caratteristiche sue proprie.  | 
  
Ma la  sudditanza culturale dal Bracco italiano è rimasta, non  foss’altro sotto forma di confronto – e per spiegare lo  Spinone si è spesso sentito il bisogno di evidenziarne le  differenze rispetto al connazionale a pelo raso.Nello standard di  lavoro per circa un secolo ci si è limitati a citare  “vedi Bracco italiano” e fui io una dozzina d’anni fa che  per primo scrissi lo standard unificato delle due razze con  commenti che mettono in risalto le diversità rispetto al  Bracco italiano.  | 
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![]() Epithelium Barbera. Foto: Roberto Amadori  | 
    Chi quindi si scandalizza per le avvenute  immissioni di sangue Bracco nello Spinone dimostra solo la sua  ignoranza storica, perché son sempre avvenute ancorché  a senso unico perché – essendo il pelo duro geneticamente  dominante sul pelo raso – l’immissione in senso contrario ha  prodotto e produce sempre e solamente Bracchi Spinosi e mai Bracchi  nobili. Vi è poi stato l’effetto non trascurabile delle prove di lavoro come strumento di selezione che si svolgono in terreni unificati per entrambe le razze e che perciò hanno eliminato la originaria diversa destinazione dei Bracchi italiani nei terreni “aperti” e degli Spinoni nel “bosco e la riviera”. La conseguenza è stata un inevitabile avvicinamento fra le prestazioni delle due razze…ed è questa l’annotazione più significativa. Infatti in passato, malgrado la frequente e ripetitiva confluenza di sangue Bracco nello Spinone (in quanto due varietà di un’ unica razza) la selezione effettuata dall’utilizzazione diversificata produceva differenze nel tipo e nel lavoro. Oggi invece l’impiego delle due razze nel medesimo ambiente e per la medesima funzione tende ad annullare le diversità ed a ricondurre lo Spinone ad uno standard di lavoro sempre più vicino al Bracco italiano.  | 
  
Ed  è l’ennesima conferma che “la funzione fa il tipo”,  anche e soprattutto in chiave comportamentale. Quindi  l’originario trotto dello Spinone, meno “spinto” ed  occasionalmente intervallato da travalco, va sempre più  avvicinandosi a quello del Bracco italiano che, nei terreni da  entrambi oggi vocati, è più funzionale perché  più veloce. Analogamente la capacità olfattiva, che  un tempo era accettabile fosse meno potente nello Spinone perché  il “suo” ambiente non richiedeva avventate da lungi, oggi è  – e deve essere – assolutamente paritaria. Restano le differenze morfologiche che esse pure vanno scemando, vedi per esempio la “pelle di bue” e la meno agile taglia più grande, anch’esse originariamente motivate dal tipo di terreno in cui lo Spinone veniva utilizzato, e che non hanno più motivo d’essere. Resistono (per ora) il cranio “a tetto” e l’orecchio più breve.  | 
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Testo pubblicato con gentile permesso del giornaledellospinone.it 
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    Per dettagli cliccate sulla foto.   |